Chi è il Dr. Stefano Bertuzzi?
Stefano Bertuzzi è nato a Piacenza nel 1966. Nella sua città natale ha iniziato il percorso di formazione accademica che lo ha portato al conseguimento della laurea magistrale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nella sede di Cremona della stessa università ha successivamente conseguito un dottorato di ricerca in biologia molecolare con una tesi di ricerca svolta negli Stati Uniti presso il National Institute of Health (NIH). In seguito, ha conseguito un PostDoc al Salk Institute di San Diego e un master in Public Health alla John Hopkins University di Baltimora.
Ha lavorato per il governo americano in qualità di Senior Scientific Executive al NIH e successivamente è diventato direttore delle Science Policies al National Institute of Mental Health (NIMH). Dopo la fine del mandato di George Bush ha lasciato gli incarichi governativi per diventare Executive Director della American Society for Cell Biology (ASCB). Nello stesso periodo ha collaborato con l’ufficio scientifico della Casa Bianca durante l’amministrazione Obama. Oggi è CEO della American Society for Microbiology (ASM), la più grande organizzazione professionale di una singola scienza biologica. ASM conta più di 39’000 soci in tutto il mondo attivi nella ricerca teorica e applicativa relativa a virus, batteri, protozoi e, in generale, a tutti gli aspetti legati alla microbiologia.
Durante gli ultimi mesi di pandemia ha lavorato come consulente in ambito diagnostico della White House Covid-19 Task Force a stretto contatto con Anthony Fauci e con l’ambasciatrice Deborah Birx, coordinatrice della Task Force.
Dottor Bertuzzi, come sta evolvendo la situazione Covid negli States?
La situazione è molto preoccupante. Sta andando esattamente nella direzione sbagliata, da pochi giorni abbiamo superato le 250’000 vittime complessive dall’inizio della pandemia. Abbiamo avuto un aumento medio del 77% di casi positivi negli ultimi 14 giorni rispetto ai 14 precedenti, le morti sono aumentate del 52% e i ricoveri sono saliti del 49%. Molti Stati del Midwest sono completamente fuori controllo, ma ciò che è ancor più doloroso, è che non c’è un singolo Stato in cui i casi siano in diminuzione.
Quello che è mancato e che manca tutt’ora è un coordinamento nazionale, di fatto si è delegato moltissimo ai singoli Stati che sono andati in ordine sparso. Questo ovviamente non ha funzionato, perciò sarebbe fondamentale sviluppare una strategia nazionale comune.
La campagna elettorale statunitense appena conclusa ha evidenziato un fenomeno preoccupante di politicizzazione della scienza. La politica sta influenzando la gestione della pandemia?
Il grande problema è che c’è stata una politicizzazione della scienza che non ho mai visto in passato. Questa è la cosa che mi preoccupa di più, credo le persone in tutto il mondo siano attente alle evidenze scientifiche solo finché non gli viene chiesto di modificare le proprie abitudini.
Sono profondamente convinto, come scienziato, che il ruolo della scienza sia quello di fornire l’evidenza del momento corrente per informare la politica; la politica di conseguenza dovrebbe prendere le decisioni basandosi sull’evidenza scientifica. Quando non seguiamo l’evidenza il risultato può essere drammatico.
In Italia il governo è stato criticato dopo la decisione di applicare dei lockdown in alcune regioni tra cui Piemonte e Lombardia che contribuiscono con una grossa quota al PIL nazionale. Crede che sia possibile un bilanciamento tra le esigenze economiche e quelle sanitarie del paese?
Credo che sia giusto adottare un approccio regionale perché è molto importante circoscrivere il contagio in zone precise, dipende però da quali criteri vengono usati per definire la zona. Sul piano economico fa veramente male vedere i danni che sta causando questa pandemia. Guardate però cosa è successo in America, purtroppo noi abbiamo preso le decisioni sbagliate e non siamo mai riusciti a far scendere i casi come siete riuscire a fare voi (in Italia ndr). Contenendo e limitando prontamente gli spostamenti nelle zone più calde si diminuisce significativamente l’incremento di nuovi casi.
La responsabilità del governo dovrebbe essere quella di tutelare la vita delle persone, controllare l’epidemia è il modo più efficace per salvaguardare anche l’economia.
Quali misure dovrebbe implementare la prossima amministrazione di Joe Biden?
Il direttore del Center for Disease Control and Prevention di Atlanta ha detto chiaramente che indossare la mascherina, mantenere il distanziamento fisico e lavarsi le mani sono tre cose importanti tanto quanto il vaccino. Queste sono cose molto semplici da fare e se riuscissimo anche solo ad implementare queste pratiche potremmo fornire un aiuto enorme per riuscire a tenere attiva l’economia.
A che punto siamo sul piano dei vaccini?
Abbiamo risultati veramente fenomenali sul fronte dei vaccini sia da Pfizer che da Moderna. La mia preoccupazione maggiore è che abbiamo una lista di attesa di 7 miliardi di persone e sul piano logistico ci sono criticità legate alla catena del freddo che nei Paesi in via di sviluppo rappresenta un grande problema. I tempi sono ancora lunghi e siccome abbiamo fallito nel contenere questo virus incredibilmente contagioso, eradicarlo sarà molto difficile anche dopo l’arrivo del vaccino. Credo che per gran parte del 2021 dovremo continuare a portare la mascherina e mantenere il distanziamento fisico, anche dopo l’arrivo del vaccino.