L’Italia consolida la leadership relativamente alla produzione mondiale di vino.
Nonostante la pandemia e un clima avverso che hanno provocato una frenata produttiva del -9% rispetto al 2020, Assoenologi, Ismea e l’Unione italiana vini riportano come il Belpaese sia riuscito comunque a fare meglio rispetto ai principali competitors.
In Francia è infatti prevista una vendemmia ai minimi storici pari a 33,3 milioni di ettolitri, -29% rispetto all’anno precedente, peggio anche della Spagna ferma a 40 milioni, -16% dal 2020.
A livello nazionale, il Veneto si conferma la principale regione produttrice con oltre 10 milioni di ettolitri, poco meno del 25% dell’intera produzione italiana. Seguono Puglia (8,5 milioni di ettolitri), Emilia Romagna (6,7 milioni) e Sicilia (3,9 milioni). Queste quattro regioni raggiungono in totale circa 26 milioni di ettolitri, pari al 60% di tutto il vino italiano.
Il settore vitivinicolo in Italia
In contrasto alla produzione in frenata si contrappone uno scenario di mercato positivo con un segnale di ripresa dovuto alle riaperture.
Secondo le stime della Coldiretti su dati condivisi da Assoenologi, Ismea e Uiv, il fatturato del 2021 supererà gli €11 miliardi, grazie a maggiori consumi interni ed esportazioni.
Si sottolinea l’importanza dell’economia vitivinicola in Italia che offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale.
Grazie a questo importante sforzo umano, sono oltre 600 le varietà iscritte al registro viti che garantiscono una diversità di prodotto unico al mondo. La Francia ne conta solamente la metà.