Nel 2020, il 41% della popolazione dell’Unione Europea di età compresa tra i 25 e i 34 anni ha completato un percorso di laurea. In Italia solo il 29%.
È quanto emerge dall’analisi dell’Eurostat che ci classifica penultimi tra gli Stati dell’UE, sopra solo alla Romania.
A livello europeo c’è una chiara differenza di genere con una quota maggiore di donne laureate (46%) rispetto agli uomini (35%), con un divario che dal 2011 è aumentato dal 9,4% al 10,8%.
Primo in assoluto per percentuale di laureati sul campione considerato è il Lussemburgo con oltre il 61% di giovani con un diploma di laurea, seguito da Irlanda e Cipro (58%), Ucraina (56%) e Olanda (52%).
Le motivazioni
Le motivazioni principali di questo triste risultato per il nostro Paese possono essere ricercate nei bassi investimenti nell’istruzione pubblica. Secondo il report europeo “Education and Training Monitor 2020”, in Italia, nel 2019, per questo scopo è stato infatti speso solo il 4% del PIL, contro una media UE del 4,6% e punte di oltre il 7% in Nord Europa.
I tasso di abbandono scolastico inoltre resta uno tra i più alti d’Europa. La media UE degli studenti che lasciano la scuola è pari al 10,2%, mentre in Italia circa al 13,5%.
L’occupazione
Nonostante il limitato numero di giovani laureati nel Belpaese, le prospettive occupazionali risultano per di più relativamente deboli rispetto ai valori medi europei. Secondo l’Istat, i laureati occupati tra i 30 e i 34 anni sono pari al 78,9% contro un valore medio europeo dell’87,7%.