Molti giovani italiani si chiedono, oggi, se valga davvero la pena investire così tanto tempo, impegno e denaro nello studio e raggiungere il traguardo della laurea.
Gli stipendi dei laureati in Italia
Secondo l’Osservatorio JobPricing 2020 di InfoJobs, la laurea dà i suoi frutti in termini di stipendio, poiché la retribuzione annua lorda (RAL) è pari a €39.787 per i laureati, mentre è di €27.662 per i non laureati.
Il primo gruppo comprende chi ha una laurea triennale, che ha una RAL media di €29.698, i laureati magistrali con €41.833, chi ha conseguito un master di primo livello con €41.352 e un master di secondo livello, con €47.298.
La laurea garantisce stipendi più alti?
È evidente quindi che chi studia di più ottiene stipendi più alti, ma ciò non dipende dal semplice titolo di studio. La laurea apre infatti le porte a lavori con maggiori prospettive di crescita.
Una volta entrati nel mondo del lavoro, l’impatto del titolo di studio diminuisce sempre di più man mano che si definisce la propria carriera: per arrivare a posizioni più alte, bisogna dimostrare sul lavoro quanto si vale al di là del titolo di studio. Lo dimostra il fatto che gli stipendi dei dirigenti laureati o non laureati sono molto simili tra loro.
I laureati italiani rispetto al resto d’Europa
Ci sono però alcuni punti d’allerta, tra i quali il confronto con il resto dell’Europa. La società di consulenza Willis Towers Watson ha stilato una classifica sugli stipendi lordi di un neolaureato nei diversi Paesi e l’Italia, con uno stipendio lordo medio per i neolaureati di €28.800, risulta essere davanti soltanto a Spagna (€28.300) e Portogallo (€20.900).
Nemmeno paragonabili gli stipendi della Svizzera (€73.000) o della Danimarca (€59.000), dove però il costo della vita è molto maggiore. Il problema è che anche Germania (€49.000), Francia (€36.000) e persino la Slovenia (€32.000) risultano sopra l’Italia.
La laurea triennale conviene?
Altro campanello d’allarme è che secondo l’indagine di InfoJobs i laureati triennali in Italia guadagnano meno dei diplomati: c’è il rischio che i tre anni in più di lavoro permettano di raggiungere stipendi maggiori rispetto a chi usa gli stessi anni per studiare.