Il colosso francese LVMH ha presentato il bilancio 2019 con delle cifre da record: in aumento del 15% rispetto all’anno precedente, Lvmh ha superato la soglia dei 50 miliardi di euro di ricavi ed ha registrato un utile netto di 7,3 miliardi. Bernard Arnault, presidente ed amministratore delegato del gruppo, ha parlato di una <<performance eccezionale>> ed ha confermato che anche nel 2020 non mancheranno le soddisfazioni. Nonostante l’epidemia del coronavirus in Cina che minaccia il mercato del lusso, il gruppo francese si dice fiducioso sulla crescita al punto da anticipare l’intenzione di aumentare i dividendi del 13%, salendo a 6,8 euro per azione.
Il pericolo della Cina
Il coronavirus in Cina sta mettendo a dura prova l’economia globale, in particolare il mercato del lusso. Infatti, i cinesi rappresentano ben un terzo degli acquisti a livello mondiale in tale settore e registrano un potere d’acquisto sempre maggiore. C’è inoltre da ricordare che le attività manifatturiere dei più grandi brand internazionali del lusso si trovano nel territorio della Repubblica Popolare, motivo per cui un eventuale arresto della macchina asiatica potrebbe mandare sotto schock l’intero settore e provocare una brusca frenata dell’economia globale.
La carta della diversificazione
L’epidemia cinese non sembra preoccupare più di tanto LVMH che, al contrario, parla di un’ulteriore crescita della produzione prevista per il primo trimestre del 2020. Una diversificazione ben equilibrata è infatti la carta vincente del gruppo: in particolare, volano lo champagne e le collezioni di pelletteria di Christian Dior e Louis Vuitton, al punto che quest’ultima pare non riesca nemmeno a coprire l’intera domanda globale per i suoi prodotti.
La politica imprenditoriale aggressiva di Arnault ha portato LVMH ad essere presente in quasi ogni ambito riguardante il lusso. La compagnia opera nei settori della moda, dei profumi, dello champagne e degli hotel. Il gruppo francese ha annunciato il suo prossimo ingresso anche nella ristorazione, in attesa dell’apertura del primo ristorante della società all’interno della maison di Osaka, in Giappone. Il gruppo francese alleggerisce il timore di un rallentamento degli acquisti da parte dei clienti cinesi e si mostra una società sempre attraente per gli investitori.