Il Tribunale di Milano ha reso noto in data 8 novembre il verdetto sulla vicenda Monte dei Paschi di Siena. Il verdetto arriva dopo sei anni dalle vicende che hanno portato la banca più antica d’Italia sul banco degli imputati per diversi reati finanziari riguardo la copertura di perdite derivanti dall’acquisto di banca Antonveneta nel 2008.
I reati ipotizzati nei confronti degli imputati sono: manipolazione del mercato, falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo all’autorità di vigilanza.
Per fare chiarezza nel 2008 Mps ha acquistato, tramite un poco trasparente aumento di bilancio, banca Antonveneta dal Santander per la cifra di €9 miliardi. Successivamente sono stati modificati i bilanci per coprire la mancata redditività derivante dall’acquisto.
La guardia di finanza e la procura di Milano, nell’indagine, si sono concentrati sulle operazioni in derivati Alexandria e Santorini e sulle obbligazioni convertibili F.R.E.S.H. che hanno aumentato il conto debiti senza una dovuta strategia di copertura. Inoltre, questi strumenti considerati a “saldi chiusi”, ovvero da contabilizzare in bilancio ogni anno mostrando così le perdite reali, sono stati trattati come fossero a “saldi aperti” in modo tale da non poter quantificare effettivamente l’ammontare con segno negativo nei prospetti societari.
Il vero peso, però, che ha reso l’affare troppo costoso è stato l’importo di crediti inesigibili che Antonveneta si tirava dietro a causa della grave crisi finanziaria del periodo. Sommando tali passività ereditate la cifra complessiva è passata da 9 a 17 miliardi di euro.
Fa strano pensare come nonostante l’errata o praticamente inesistente valutazione di Antonveneta l’allora presidente di banca Mps Giuseppe Mussari abbia voluto chiudere rapidamente l’affare con un rilancio sull’offerta di €8 miliardi del gruppo Bnp Paribas.
L’ex presidente è stato condannato a sette anni e sei mesi.
Sempre all’interno della banca senese sono stati condannati l’ex direttore generale Vigni (sette anni e tre mesi), l’ex direttore finanziario Pirondini (cinque anni e tre mesi), l’ex responsabile dell’area finanza Baldassarri (quattro anni e otto mesi) e l’ex responsabile dell’asset and liability management Di Santo (tre anni e sei mesi).
Fuori dall’Italia sono arrivate le condanne anche per sei ex manager di Deutsche Bank e due ex manager della banca giapponese Nomura.
I giudici del Tribunale di Milano hanno disposto confische per un importo complessivo di oltre 150 milioni di euro nei confronti di Deutsche Bank AG, compresa la filiale londinese, e Nomura, imputate a Milano in qualità di enti. I giudici della seconda sezione penale hanno anche condannato i due istituti di credito a sanzioni pecuniarie da 3 milioni di euro ed oltre