L’Italia è il primo importatore europeo di pelli di canguro. Fra il 2012 ed il 2016 le aziende di moda della Penisola hanno speso per questa particolare ed esotica materia prima una cifra complessiva superiore ai 15 milioni di euro per un totale di 2 milioni di esemplari. La pelliccia dell’animale simbolo dell’Australia è utilizzata per produrre scarpe, guanti e completi sportivi. I capi d’abbigliamento in questo materiale sono di ottima qualità, infatti il cuoio di canguro è molto leggero, fresco e resistente. Le aziende di moda italiane che utilizzano o hanno utilizzato molto questo prodotto sono molte, in particolare spiccano i nomi di Diadora, Salvatore Ferragamo, Versace, Prada e Ducati, per i completi da moto.
Le polemiche
In Australia la caccia ai canguri è regolata dal Code of Practice for The Humane Shooting of Kangaroos. La legge impone di sparare gli animali in testa o al cuore, in modo da causare una morte il più possibile rapida. Inoltre, non è permesso sparare a madri con i cuccioli. Per poter uccidere i canguri è necessario prima ottenere una licenza.
In Italia la LegaAntiVivisezione (LAV) ha denunciato come in realtà le regole per la caccia ai canguri in Australia siano spesso non rispettate. Lo hanno fatto diffondendo il film-docummentario Kanagroo, a love-hate story dei registi australiani Kate e Michael McIntire. L’uccisione rapida dei canguri, denuncia l’associazione animalista, è vera solo sulla carta. Per questo, visto che l’Italia è il primo importatore europeo di questo prodotto, LAV ha iniziato a fare pressioni sulle aziende perché smettano di utilizzarlo.
Le risposte
Alcune delle aziende contattate dalla LAV non hanno voluto dare peso alle richieste, altre invece hanno colto la palla al balzo per farsi buona pubblicità. Diadora ha annunciato il 31 ottobre 2019 che entro dicembre 2020 non userà la pelle di canguro in nessun suo prodotto. Anche Versace, il 14 gennaio 2020, ha annunciato l’intenzione di eliminare la materia prima dalla sua catena produttiva. È probabile che altre società seguiranno la stessa linea.
La reale situazione australiana
In Australia i canguri sono animali infestanti, come i cinghiali in diverse zone dell’Italia. Esiste una notevole sovrappopolazione di questi animali, che hanno sempre meno paura di avvicinarsi all’uomo. Questi non di rado devastano giardini e coltivazioni, aggrediscono il bestiame ed attaccano le persone. Per queste ragioni dal 2008 il governo australiano ha deciso di autorizzare la caccia ai canguri. Il commercio della loro pelliccia, oltre che della loro carne, è stato un passaggio successivo.
Al di là delle possibili cause ambientali del sovrappopolamento, quello dei canguri nelle aree abitate in Australia è un problema concreto. Anche se le pelli e la carne di questi animali non avessero valore commerciale, il governo australiano dovrebbe comunque incentivarne l’abbattimento fino a quando la situazione demografica non si sarà normalizzata.
Quando la responsabilità sociale d’impresa è solo pubblicità
La responsabilità sociale d’impresa, soprattutto sull’attenzione alle questioni legate all’ambiente, sta acquisendo sempre maggior peso per l’immmagine ed il successo delle aziende. Quello che conta, però, è più l’apparenza dei fatti, l’importante è ciò che si mostra al pubblico. Quello dello stop all’utilizzo di pelle di canguro ne rappresenta un esempio. Infatti, le aziende che hanno soddisfatto le richieste degli animalisti e la stessa LAV omettono di precisare che se cuoio e carne dell’animale simbolo dell’Australia non dovessero avere più acquirenti gli abbattimenti andrebbero comunque avanti. Infatti, la causa principale della caccia ai canguri sta nei danni che causano e non tanto nel loro valore commerciale.