Il 16 giugno 2020 è stato pubblicato il piano del governo per il rilancio dell’economia italiana dopo l’emergenza coronavirus fino al 2024, elaborato da una squadra guidata dall’ex dirigente di Vodafone Vittorio Colao. Nel documento si parla di 102 iniziative, divise in 6 macro-aree, ovvero Imprese e Lavoro, Infrastrutture e Ambiente, Turismo Arte e Cultura, Pubblica Amministrazione, Istruzione Ricerca e Competenze e, infine, Individui e famiglia. Nel piano Colao non è presente una stima effettiva dei costi, che è stata però calcolata dall’Osservatorio CPI il 19 giugno.
Come riportato dagli stessi analisti, le cifre riportate da CPI sono solo approssimative, in quanto non hanno potuto tener conto di una serie di fattori importanti che ancora non sono noti. Se venissero messe in atto tutte le 102 iniziative presenti nel piano Colao, il costo complessivo sarebbe di circa 170 miliardi di euro.
I fondi
I 170 miliardi necessari per il piano Colao dovrebbero essere coperti del tutto o in parte dai finanziamenti che dovrebbero arrivare dall’Unione Europea, con il nuovo Recovery Fund impostato secondo il programma detto Next Generation EU. La presentazione del piano sarà un passaggio fondamentale per l’assegnazione dei fondi all’Italia. L’unica condizionalità, infatti, è che ogni Paese beneficiario del Recovery Fund presenti un piano completo sulle misure che intende mettere in atto per uscire dalla crisi.
La distribuzione dei fondi
La maggior parte dei fondi, secondo il piano Colao, andrà a sostegno di individui e famiglie, con il 34% del totale secondo quanto riporta CPI. Seguono cultura, arte e turismo, al 29%, ed infrastrutture e ambiente, al 26%. Gli altri settori di intervento sono tutti sotto il 10%, con il 7% a imprese e lavoro, il 3% alla Pubblica Amministrazione e solo l’1% a istruzione e ricerca.
Lo stanziamento annuale prevede un picco di spese nel 2021, che poi dovrebbe calare in modo progressivo fino al 2024. Nel 2020, secondo il piano e le stime di CPI, saranno messi in campo 4,5 miliardi di euro. Nel 2021 si salirà a 46,7 miliardi, per poi scendere a 41,4 nel 2022, 40,1 nel 2023 e 35 nel 2024, che dovrebbe essere l’ultimo anno del programma.