Il 2020 è stato un anno difficile in tutto il mondo a causa del coronavirus. Quasi tutti i Paesi, secondo le analisi del Fondo Monetario Internazionale (FMI), hanno registrato o una contrazione del PIL o un significativo rallentamento nella crescita. A livello globale il Prodotto Interno Lordo è sceso circa del 4,2% rispetto al 2019 ma ci si aspetta un rimbalzo del 6,0% nel 2021. Dalla fine di un anno sono necessari molti mesi prima che vengano pubblicate dagli Stati le cifre ufficiali riferite al PIL. Quindi, i numeri del 2020 sono una stima dell’FMI ma pur essendo dati provvisori sono comunque anticipazioni affidabili, che di solito si discostano poco dalle cifre definitive.
Il G20
Fra i Paesi del G20, ovvero le maggiori economie globali, solo la Cina non ha registrato una decrescita del PIL, con un +2,27%. A soffrire più di tutti, invece, è stata l’Argentina, con il -9,96%, dove il governo ha dovuto dichiarare bancarotta per la nona volta nella storia del Paese. Dopo la Cina, il miglior risultato è stato quello della Corea del Sud, con una contrazione del PIL circa dell’1,00%. Segue, in terza posizione, l’Indonesia con circa il -1,50%.
La stima sulla variazione del PIL sudcoreano nel 2020 non è presente fra i dati del Fondo Monetario Internazionale ma è stata pubblicata dalla Bank of Korea.
In negativo, invece, il peggior valore dopo quello argentino è nel Regno Unito, che nel 2020 ha perso circa il 9,92%. Segue l’Italia, con il -8,87%.
La zona euro
L’Unione Europea, con tutti i 27 Stati membri, nel 2020 ha perso nel complesso circa il 6,1% del PIL. Considerando solo i 19 Paesi della zona euro, invece, il calo è stato del 6,6%, spinto soprattutto dai risultati di Spagna, Italia, Grecia e Francia, rispettivamente con -10,96%, -8,87%, -8,25% e -8,23%. I migliori invece, considerando solo i Paesi con un PIL uguale ad almeno 100 miliardi di dollari, sono l’Irlanda, unica in crescita con il +2,48%, la Finlandia, con il -2,89%, e l’Olanda, con il -3,80%. L’Irlanda, in particolare, dopo una serie di anni positivi si conferma come uno dei Paesi con la più forte crescita economica al mondo.
Le prospettive di crescita per il 2021
Nel G20
Considerando i Paesi del G20, quello per cui è stimata la maggiore crescita nel 2021 è l’India. Lo Stato orientale è la quinta economia mondiale, con un PIL annuo superiore ai 2,1 mila miliardi di dollari. Nel 2020 ha perso il 7,97% ma secondo l’FMI nel 2021 registrerà un +12,55% circa. Segue la Cina, che dopo un 2020 chiuso in positivo col +2,27% prevede il +8,44% nel 2021. Per gli Stati Uniti, invece, ci si aspetta un +6,39% dopo il -3,51% del 2020.
Per la Gran Bretagna nel 2020 il risultato del PIL è il secondo peggiore del G20, dopo quello dell’Argentina. La stima dell’FMI sul PIL del Regno Unito nel 2021 lo aveva dato al +5,34%. Tuttavia, in seguito, Goldman Sachs ha pubblicato delle nuove stime, in netto rialzo rispetto a quelle dell’ente internazionale per quanto riguarda Londra, data al +7,8%, e gli Stati Uniti, dati al + 7,00%. La modifica è motivata dal successo, superiore alle aspettative dell’FMI, ottenuto dai due Paesi nell’ambito delle vaccinazioni anti-Covid.
Nell’UE
Nell’Unione Europea i Paesi per cui è prevista la maggiore crescita nel 2021 sono fra quelli che hanno perso di più durante il 2020. Al primo posto c’è la Spagna, per la quale, dopo il -10,96% del 2020, si stima un +6,38% nell’anno in corso. Seguono la Francia, con la previsione del +5,81% per il 2021, e la Slovacchia con il +4,68%.
L’Irlanda ha retto bene il colpo della pandemia. Il Paese ha confermato la sua solidità dopo un periodo di forte e costante crescita del PIL iniziato dal 2012. Secondo le previsioni dell’FMI, nel 2021 registrerà il +4,23%, dopo il +2,48% del 2020 ed il +5,92% del 2019. Nel complesso, tutti gli Stati della zona euro guadagneranno fra il +2,28% ed il +6,38% del PIL nel 2021, con una media del +4,33%. Per l’Italia si prevede un incremento circa del 4,15%, dopo aver perso l’8,87% nel 2020.
Nel mondo
Secondo l’FMI, dopo le perdite causate dall’emergenza pandemica, tutti i Paesi mostreranno una crescita del PIL nel 2021, con solo 4 eccezioni. Il caso più eclatante è quello del Venezuela, che si stima prederà un altro 10,00% del PIL nel 2021, dopo il -30,00% del 2020 ed il -35,00% del 2019.
Il Myanmar invece, pur avendo chiuso il 2020 in positivo, con il +3,19%, è stato oggetto di un colpo di Stato militare a inizio 2021. Da allora, di fatto, il Paese è in preda ad una forte tensione, con la maggioranza della popolazione dalla parte dei rappresentanti del governo eletto sfuggiti alla cattura. L’esercito vuole riconsegnare il potere nelle mani degli esponenti del precedente governo, per mantenere i suoi attuali enormi poteri e privilegi legali. La popolazione, però, si sta opponendo con forza e in massa, bloccando l’intero Paese con azioni di disobbedienza civile. A causa del colpo di Stato militare e dei suoi effetti, il Paese perderà circa l’8,9% del PIL nel 2021.
Sono previsti valori negativi anche per la Bielorussia, con un’economia sempre stagnante ma che non ha risentito in modo particolare della pandemia. Per lo Stato dell’Europa Orientale si prevede circa un -0,40% nel 2021, dopo il -0,90% del 2020.
Infine, l’ultimo caso di prevista decrescita del PIL nel 2021 è quello del Bhutan, una piccolo Stato monarchico in Asia. Il Paese ha un’economia di solito abbastanza florida ma poco sviluppata, quindi molto sensibile ai periodi di crisi. Nel 2020 ha perso lo 0,82% e nel 2021 la contrazione sarà dell’1,9%.