L’11 dicembre 2019 Saudi Aramco, la società petrolifera nazionale dell’Arabia Saudita, ha fatto il suo debutto nei mercati azionari, quotandosi nel Tadawul All Share Index, la Borsa di Ryad. Il successo della società sulla carta è stato eccezionale, con un +10% rispetto al valore della valutazione iniziale della sua IPO (Initial Public Offering) che è riuscita ad incassare 29,4 miliardi di dollari. Tale cifra rappresenta un recors, che va a scalzare il precedente primato di Alibaba, che con la sua IPO a Wall Street nel 2014 otenne circa 25 miliardi.
Un successo locale
Saudi Aramco, prima della quotazione, era posseduta al 100% dalla famiglia reale saudita. Per l’IPO sono state messe sul mercato l’1,5% delle quote della società, per un valore iniziale di 25,6 miliardi di dollari. Di queste, l’1% è stato riservato agli investitori istituzionali mentre lo 0,5% agli investitori retail privati. Di questi ultimi, sono stati ammessi all’acquisto solo cittadini dell’Arabia Saudita. L’IPO era invece aperta anche agli investitori istituzionali stranieri, che però non hanno mostrato grande interesse, a causa forse della valutazione iniziale della società troppo alta. Poco più del 10% delle richieste d’acquisto sono venute da enti stranieri, con l’80% delle azioni messe in vendita finite in mano a istituti o cittadini sauditi.
Il valore complessivo di Saudi Aramco, dopo l’IPO, è salito da 1.700 miliardi di dollari a 1880 miliardi. L’azienda consolida così il titolo, che era già in suo possesso, di società con valore più alto al mondo.
Verso la seconda IPO
Dei portavoce di Saudi Aramco hanno riferito al Dow Jones Newsmires l’intenzione della società di avviare l’apertura di una seconda IPO, anche a partire dal 2020. Dei paesi dove l’azienda saudita potrebbe decidere di quotarsi, i più probabili sono Cina e Giappone. Dopo aver raggiunto il valore di 1.880 miliardi di dollari si avvicina l’obbiettivo posto dalla casa reale saudita, ovvero di far arrivare la società a 2.000 miliardi.
Per ottenere tale obbiettivo, oltre che per evitare possibili cali di valore, la seconda IPO sarebbe una mossa fondamentale. Infatti, nella situazione attuale, per arrivare ai 2.000 miliardi il prezzo del petrolio dovrebbe arrivare a 100 dollari al barile. Tuttavia, non solo il prezzo medio stimato per il 2020 è di 60 dollari ma questo, secondo gli analisti, sarà destinato a calare leggermente negli anni successivi.