I servizi segreti britannici il 17 ottobre hanno consegnato un report al governo del Regno Unito, in particolare nelle mani della Commissione Intelligence e Sicurezza. Questo riguarda i dati raccolti dall’intelligence britannica sulle intromissioni di Mosca nel referendum Brexit 2016 e nelle elezioni politiche 2017. Il rapporto è stato completato a marzo ed ha superato tutte le fasi di approvazione necessari per considerarlo valido.
Il rinvio della pubblicazione
Boris Johnson, il Premier del Regno Unito, ha voluto autorizzare la pubblicazione del rapporto sulle ingerenze russe per dopo le elezioni politiche 2019, previste per il 12 novembre. Questo ha sollevato forti proteste da parte dell’opposizione. Il potere di decidere quando pubblicare questo tipo di documenti, in UK, spetta però al Primo ministro, che quindi ha comunque agito in maniera legittima.
L’inchiesta del Sunday Times
Il polverone è stato alzato da un’inchiesta del Sunday Times. Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico, Boris Johnson avrebbe rapporti molto stretti con nove potenti personalità russe vicine al governo di Mosca. I giornalisti sono riusciti a risalire all’identità di tre di loro.
Uno dei russi vicini a Johnson sarebbe Alexander Temerko, che dal 2012 al 2019 ha donato 1.5 milioni ai Tory, il partito Conservatore. C’è la donna Lyubov Chernukhina, che nello stesso periodo ha donato 450.000 sterline alla forza politica. Nel Regno Unito tali dati sono pubblici, infatti a differenza delle norme italiane, la legge britannica consente il finanziamento ai partiti da parte di soggetti privati esteri. Infine, avrebbe legami con Johnson anche Alexander Lebedev, padre di Evgeny Lebedev, proprietario dei quotidiani britannici Evening Standard e The Independent.