Il 28 gennaio 2020 la Banca Centrale Europea ha pubblicato i dati relativi all’affidabilità delle 109 banche europee più significative, a conclusione dell’esame Srep (Supervisory Review and Evaluation Process – Processo di Revisione e Valutazione Prudenziale). Il concetto di Srep è stato introdotto per la prima volta nel 2004 con Basilea 2, dove è spiegato che
<<esso consente di individuare le debolezze del settore bancario e di pervenire a metodologie per la relativa risoluzione, mediante incrementi di capitale come la regola di Pillar 2 così come attraverso misure qualitative>> (fonte: bankingsupervision.europa.eu).
In tal senso, la vigilanza bancaria si fonda sull’analisi di 4 fattori:
- Modello imprenditoriale;
- Governance interna;
- Capitale;
- Liquidità.
Al termine del ciclo Srep, ogni banca riceve un rapporto che riassume i risultati dell’anno, in base ad esso le verranno assegnate tutte le misure correttive da portare a termine al fine di garantire la solidità dell’istituto. I primi risultati dello Srep sono stati pubblicati agli albori del 2015, al termine del quale si è avuto il secondo ciclo, fondato per la prima volta su un approccio comune a tutta l’eurozona.
I risultati
Innanzitutto, i requisiti Srep relativi al Cet1 (Common Equity Tier 1 – capitale sociale versato e riserve da utili non distribuiti) sono rimasti stabili rispetto al 2018 al 10.6%. Ad ogni banca è stato assegnato un punteggio specifico compreso tra 1 (migliore) e 4 (peggiore). Questo in funzione di modello imprenditoriale, governance interna, capitale a disposizione e liquidità. Rispetto al 2018 vi è stata una riduzione di banche con score 2 (dal 52% al 49%) e 4 (dal 10% all’8%) mentre è aumentata molto la quota con punteggio 3 (dal 38% al 43%).
Come affermato dal Presidente del Consiglio di Vigilanza della BCE Andrea Enria:
<<Siamo sostanzialmente soddisfatti del livello complessivo di adeguatezza patrimoniale degli enti significativi sottoposti alla nostra vigilanza […] La nostra valutazione ha rilevato che permangono preoccupazioni, in particolare per quanto riguarda i modelli imprenditoriali, la governance interna e i rischi operativi delle banche>>.
Infatti, Capital requirement and guidance non sono l’unico risultato derivante dai risultati Srep in quanto vi sono anche misure qualitative che le banche devono porre in essere.
Le debolezze delle banche europee
Circa un terzo delle misure qualitative Srep (ricevute da 91 banche) mostrano una debolezza nell’ambito soprattutto nella Governance, seguita da Credit Risk, Liquidity Risk e Capital. Allo stesso tempo, è stata posta attenzione sull’incapacità della maggior parte del sistema bancario di pervenire ad un livello di profittabilità coerente con il relativo costo del capitale. Sono davvero pochi gli istituti in grado di coprire il loro Cost of Equity.
Le banche tendono ad attribuire il gap di profittabilità a condizioni esterne, soffermandosi sui tassi d’interesse negativi, gli stringenti requisiti di compliance, la maggiore competizione tra le società le quali adoperano nuove tecnologie, oltre alla lenta crescita dell’eurozona. Poiché ciò non cambierà nel breve periodo, è necessario orientare gli sforzi sulla modifica del modello di business, dispiegando energie verso la digitalizzazione e pervenendo ad efficientamenti nei costi. Inoltre, a partire dal 2014, anno in cui la BCE è stata posta a capo della supervisione bancaria, l’ammontare di NPL (Non Performing Loans – Prestiti in sofferenza) è passato da € 1.000 miliardi (8% del totale) a € 543 miliardi (3.4% – settembre 2019), con ulteriori obiettivi di riduzione nei prossimi anni.
I risultati positivi
Delle 109 banche analizzate, al termine del terzo trimestre del 2019, solo sei avevano livelli di capitale sotto l’obiettivo Pillar 2 Guidance previsto per il 2020. In 4 casi, inoltre, tale deficit è stato già sanato al termine del 2019 mentre alle restanti 2 sono state richieste ben precise azioni da intraprendere entro una definita timeline. Gli istituti Italiani hanno ottenuto ottimi risultati, infatti, nell’ambito del c.d P2R (Pillar 2 Requirements – capitale da detenere come buffer rispetto all’ammontare minimo costituito dal primo pilastro) le banche della Penisola risultano tra le meno rischiose. La migliore è risultata essere Credem (3° complessivamente, con richiesta pari all’1%), seguita da Mediobanca (8° – 1,25%) ed Intesa San Paolo (11° – 1,50%).