La sterlina il 18 marzo 2020 è scesa circa dell’1,9%, arrivando a toccare il valore d 1,1875 dollari. La valuta britannica non vedeva numeri del genere dal 1985. Per una settimana, dopo che la Bank of England, Banca Centrale del Regno Unito, ha abbassato i tassi d’interesse dallo 0,5% allo 0,2%, la sterlina ha mostrato perdite significative ogni giorno. Complice di un risultato così eclatante, comunque, c’è anche il dollaro, usato tradizionalmente come valuta di riferimento. Infatti, nella stessa settimana, il dollaro ha aumentato il suo valore, andando a far apparire più grave la situazione della sterlina. Tuttavia, comunque, la moneta di Londra si è svalutata in modo critico.
Le cause
Oltre alle perdite dirette dovute all’instabilità dell’economia globale, causata dal coronavirus, c’è il timore riguardo l’approccio del governo britannico all’epidemia. Infatti, è possibile che dopo l’inizio dell’anno, in cui Lodra non sta facendo quasi nulla per bloccare i contagi per non fermare l’economia, la situazione diventi critica, portando il Paese ad una paralisi anche più lunga degli altri Stati colpiti. Inoltre, il coronavirus è arrivato in un pessimo momento per il Regno Unito, che ha appena iniziato il processo per la Brexit senza aver ancora concluso nuovi accordi.
Se da una parte le istituzioni non stanno provando, se non in modo molto blando, a bloccare la diffusione del coronavirus, fioccano le promesse riguardo la disponibilità di aiuti economici ai privati per far fronte alle eventuali future difficoltà ecnomiche. Andrew Bailey, governatore della Bank of England, ha dichiarato che sarà messa in atto ogni azione di politica monetaria che servirà a contrastare eventuali shock economici. Il Cancelliere Rishi Sunak, invece, il 18 marzo ha promesso lo stanziamento di 330 miliardi di sterline come budget per supportare le imprese. Tali misure sono in linea con quelle adottate o pianificate da atri paesi, tuttavia, nel caso di un aggravarsi della situazione britannica, potrebbero rivelarsi insufficienti.
Le risposte dal mondo della finanza
Thomas Flury e Dean Turner, analisti per UBS, commentano all’Independent il crollo della sterlina. Oltre a sottolineare l’apprezzamento del dollaro, i due si dicono convinti che la valuta del Regno Unito tornerà sui valori normali quando si sarà ristabilizzata l’economia globale. Questo, però, supponendo che la Gran Bretagna non avrà in futuro problemi economici significativi dovuti all’epidemia. Per gli analisti di UBS, inoltre, un rischio concreto sarebbe arrivare alla fine del periodo di transizione pre-Brexit, ovvero fino a dicembre 2020, senza essere riusciti a concludere gli accordi necessari. Con la pandemia, però, secondo Flury e Turner è probabile che tale scadenza sarà posticipata.