Nel corso degli anni ‘90 il tasso medio d’interesse a lungo termine dei titoli statunitensi era del 3,6%. Nel periodo dal 2011 al 2019 gli stessi titoli hanno reso in media lo 0.4%, con addirittura un picco negativo nei mesi di agosto e settembre del 2019. Di solito a ribassi del genere dei tassi d’interesse corrisponde un maggiore accesso al credito e, quindi, un aumento della domanda e degli investimenti. Questo però non si sta verificando.
Quello che sta attraversando l’economia mondiale all’inizio del XXI secolo, infatti, non è un fenomeno ordinario nel ciclo economico. I tassi d’interesse rimangono bassi, gli investimenti diminuiscono ed i risparmi aumentano, portando ad un rallentamento strutturale dell’economia.
Il report di Deloitte
Secondo un report pubblicato da Deloitte, la produttività media è diminuita facendo così diminuire il ritorno medio degli investimenti e di conseguenza anche i tassi medi di lungo termine. Questi ultimi, infatti, sono correlati alle aspettative di crescita dell’economia.
La politica accomodante perseguita da molti paesi, tra cui Germania e Giappone, ha spinto l’aumento dei risparmi, rallentando quindi il trend di crescita della domanda. In aggiunta a questo c’è da considerare l’effetto introdotto dall’invecchiamento della popolazione, che ha ulteriormente portato ad un aumento dei risparmi in relazione alle spese. Quest’ultimo quindi, correlato ad una minore domanda di capitale, ha spinto ulteriormente al ribasso i tassi d’interesse.