Il 25 novembre 2019 il gruppo LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton, di proprietà del multimiliardario Bernard Arnault, ha annunciato di aver suggellato un accordo con la società statunitense Tiffany&Co per l’acquisizione di quest’ultima ad una cifra record di 14, 7 miliardi di Euro. La multinazionale francese ha dichiarato che l’intento è quello di rafforzare la propria posizione nel mercato dell’orologeria e della gioielleria, in particolare negli Stati Uniti d’America. Il marchio Tiffany ricoprirà una posizione d’eccellenza all’interno del colosso europeo del lusso ed andrà ad affiancare alcuni dei suoi vecchi competitor quali Bulgari e Tag Heuer. La conclusione del processo di acquisizione è prevista per metà 2020.
Questo, tuttavia, è anche un momento di grande difficoltà per Tiffany&Co che non riesce a crescere, a differenza di molte altre case che operano in mercati affini, come Kering, Moncler o Hermés. Il fatturato trimestrale, pari ad 1 miliardo di dollari, non eguaglia le aspettative per 40 milioni, ma i dati più preoccupanti sono quelli degli utili, tutti in rosso rispetto all’anno scorso. Infatti, benché il fatturato dei primi tre trimestri del 2019, pari a 3,1 miliardi di dollari, si sia contratto solamente dell’1,7% rispetto allo stesso nel 2018, l’utile è diminuito del 10,9%, crollando a 340 milioni di USD.
L’amministratore delegato del gruppo newyorkese di gioielleria, l’italiano Alessandro Bogliolo, invita tuttavia gli investitori a mantenere la calma, assicurando che l’azienda gode di buona salute e che l’acquisizione da parte di LVMH non farà altro che rinforzare le fondamenta su cui è costruito l’impero Tiffany.