Acquistare titoli di stato è una delle forme di investimento più semplici, ideale per chi cerca qualche guadagno extra con rischi ridotti. Dopo un periodo a rendimenti minimi o negativi dovuti alla congiuntura economico-politica europea e globale ed alle manovre sui tassi d’interesse delle Banche Centrali, il mercato dei Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) italiani sembra aver ricevuto una nuova ventata di freschezza. Il Tesoro sta approfittando di questo frangente per fare il pieno di vendite.
La riqualificazione dei titoli di Stato italiani
Un primo passo per risollevare il rendimento dei titoli di Stato italiani è arrivato con l’emissione del Global Bond, un Btp denominato in dollari. Proprio grazie agli interventi del Tesoro sulle regole che riguardano i derivati, è stato possibile creare una garanzia in cash bilaterale che ha reso conveniente emettere bond in dollari e convertirli in euro. Le richieste, che hanno superato di quasi tre volte l’offerta iniziale, ammontano nel 2019 ad un totale di 20 miliardi di euro per un collocamento effettivo di 7 miliardi.
I rendimenti
Gli investitori sono stati allettati dai rendimenti lordi per le tre scadenze a 5, 10 e 30 anni. Rispettivamente, dopo l’asta, questi rendimenti si sono attestati a circa 2,4%, 2,9% e 4,02%. È curioso notare come tali rendimenti siano quasi il doppio dei corrispettivi statunitensi dei Treasury Bond (TBond) per le stesse scadenze, ovvero 1,36%, 1,54% e 2,04%.
Gli obbiettivi per il futuro
Il neo ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha sottolineato la volontà di aumentare i flussi di capitale verso l’Italia e di diversificare i potenziali acquirenti, aprendosi così a prossime emissioni in diverse valute. Su questa scia è la dichiarazione del direttore del debito pubblico per il Ministero dell’Economia, Davide Iacovoni, di puntare sui Btp in yen. Il mercato Giapponese, in questo contesto, rappresenta una possibilità ghiotta dato che il primo rendimento positivo offerto sui titoli di stato del Paese è 0,20% per il ventennale ed il rendimento più alto è lo 0,45% per il bond a 40 anni.
Com’è stato possibile creare BTP in valuta straniera
L’alto costo di emissione per i BTP in valuta straniera è il risultato di un <<effetto ottico>>, come cita il Sole 24 ore. Infatti il Tesoro può trasformare subito in euro il bond emesso in valuta straniera (come nel caso del Btp in dollari) per il tramite di un contratto derivato, rendendo così equivalente il costo per le casse dello stato rispetto al classico Btp in euro.
Torna il BTP Italia
Per gli interessati ai Buoni del Tesoro indicizzati all’inflazione italiana torna ad ottobre il BTP Italia, il primo del 2019, poiché il precedente aveva saltato la fase di emissione primaverile dopo quella con risultati deludenti di novembre. L’emissione avverrà in tre giorni dal 21 al 23 ottobre. La durata sarà di otto anni e non più di quattro, mentre per conoscere le informazioni dettagliate sui tassi si dovrà aspettare la data ufficiale del 18 ottobre per la cedola reale minima garantita e quella del 23 ottobre per la cedola definitiva.