Il caso di impeachment del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato una delle notizie di maggior rilievo del 2019 e inizio 2020. I media hanno contribuito a creare una coltre di mistero e complottismo che ha gonfiato ancora di più la notizia, come nell’emblematico bombardamento in Iraq che ha portato alla morte del generale Qasem Soleimani, uomo simbolo dell’Iran, considerato come un atto estremo di politica estera necessario per distogliere l’attenzione dal processo in corso.
Prima di lui solo Andrew Johnson e Bill Clinton furono messi sotto processo, mentre Richard Nixon si dimise dalla presidenza prima che la Camera votasse le motivazioni dell’impeachment. Ad oggi, comunque, nessun presidente è stato rimosso dall’incarico dopo la messa in stato d’accusa. La stessa sorte con certezza quasi assoluta arriverà anche per il presidente Trump nella giornata di mercoledì alle ore 16 locali.
Il muro repubblicano ha vacillato ma è rimasto compatto quando l’accusa ha chiesto di convocare l’ex consigliere per la Sicurezza nazionale John Bolton per testimoniare. La pretesa dei democratici è arrivata dopo le dichiarazioni del New York Times riguardo una bozza del libro di Bolton riportante una conversazione tra il Presidente e l’ex consigliere per la Sicurezza su quello che è stato poi nominato Ucrainagate. Trump disse che avrebbe bloccato gli aiuti all’Ucraina fino a che il governo di Kiev non avesse avviato delle indagini sul suo rivale Joe Biden.
La richiesta di far testimoniare Bolton insieme all’ammissione di nuove prove è stata votata il 31 gennaio. Il fronte di Trump con 51 voti contro 49 ha bloccato la richiesta dem che necessitava del voto di almeno 4 senatori repubblicani. Mitt Romney e Susan Collins, con poco stupore, hanno votato insieme ai democratici mentre si attendeva la decisione dei senatori, potenziali franchi tiratori, Lisa Murkowski e Lamar Alexander che invece hanno rispettato l’appello del Presidente Usa e del leader della maggioranza al senato Mitch McConnell di respingere le ulteriori accuse e concludere al più presto il processo. Qualora si fosse raggiunto un pareggio la decisione finale sarebbe stata posta in capo al giudice capo della Corte Suprema John Roberts, esponendosi però al rischio di una scelta politicizzata.
Subito dopo la votazione è arrivata la risposta di Trump attraverso i canali del social network Twitter:
«La sinistra radicale, i democratici nullafacenti continuano a cantare equità quando loro hanno messo in piedi la più ingiusta caccia alle streghe della storia del Congresso americano. Loro hanno avuto 17 testimoni noi zero consentiti e nessun avvocato. Non hanno fatto il loro lavoro. Non c’è nessun caso».
Dati i risvolti, la giornata di mercoledì sarà l’ultimo appuntamento della vicenda riguardante l’impeachment del presidente Trump, con la votazione dei capi d’accusa di abuso di potere e ostruzione al Congresso. Salvo sorprese inaspettate l’assoluzione sembra ormai assicurata.