Il 15 gennaio 2020, dopo una vera e propria guerra commerciale iniziata dal Presidente USA Donald Trump il 22 marzo 2018, Cina e Stati Uniti sono giunti ad un accordo. Si è parlato della fase 1 di un percorso verso la fine delle ostilità economiche fra le due superpotenze. Tuttavia, stando alle dichiarazioni che Steven Mnuchin, segretario del Tesoro USA, ha rilasciato alla Cnbc, non c’è nessuna pace in vista. Infatti Mnuchin ha chiarito come non ci sia nessuna intenzione da parte degli Stati Uniti di negoziare una nuova riduzione delle tariffe d’importazione sui prodotti cinesi a fine 2020, come invece si credeva.
Accordo favorevole agli USA
I termini dell’accordo non sono noti nel dettaglio, in quanto il documento di 86 pagine non è pubblico. La firma è stata posta dal Responsabile del commercio USA, Robert Lighthizer, e dal vice-presidente cinese, l’economista Liu He.
Da quanto è stato fatto trapelare appare chiaro come l’intesa, pur andando a vantaggio di entrambi, rappresenti una chiara vittoria di Washington. Gli Stati Uniti ridurranno solo una parte, meno della metà, delle tariffe sulle merci cinesi e si impegneranno solo a non applicarne di nuove. Tuttavia Mnuchin ha fatto presente come gli USA siano pronti ad applicare nuovi dazi anche alla minima violazione dell’accordo da parte di Pechino, che invece si dovrà far carico di impegni non da poco. Le tasse d’importazione su un gruppo di prodotti cinesi per un valore complessivo di circa 250 miliardi di dollari l’anno resteranno invariate al 25%. Verranno ridotti, al 7,5%, solo i dazi al 15% applicati ad un insieme di prodotti del valore di circa 150 miliardi l’anno.
Oltre a revisionare le leggi sulla concorrenza e sulla proporietà intellettuale, la Cina nei due anni successivi all’accordo dovrà acquistare prodotti statunitensi per un valore complessivo di 200 miliardi di dollari superiore a quello dei due anni precedenti. Pechino dovrà fare in modo di importare 80 miliardi di dollari in prodotti manifatturieri, 50 in forniture energetiche (petrolio, gas ecc.), 40 in servizi e 30 in prodotti agro-alimentari.
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Quella fra USA e Cina è solo una tregua, per permettere alle due superpotenze di riprendere fiato. Infatti, la Cina difficilmente sarà disposta ad accettare un posizione subordinata agli USA. Questi ultimi, invece, vorranno probabilmente sfruttare la loro posizione di vantaggio nei confronti di Pechino. La guerra commerciale sembra ancora molto lontana dalla parola fine, soprattutto se Trump sarà rieletto Presidente degli Stati Uniti. Quali potrebbero essere, sul piano geo-politico, le conseguenze di una situazione del genere? Quali sono i possibili scenari?