L’attacco
Inizia la vendetta iraniana a poche ore dai funerali di Soleimani, il generale ucciso da un attacco missilistico statunitense. La notte tra martedì e mercoledì, intorno alle 02:00 ora locale, Teheran ha lanciato 22 missili balistici per colpire due basi militari in Iraq che attualmente ospitano truppe americane.
Sarebbero 22 i missili lanciati, di cui 17 hanno raggiunto l’obiettivo, anche se non ci sarebbero feriti confermati, nonostante l’Iran avesse già parlato di 80 morti. Le basi sono quelle di Al Asad e di Irbil.
Le dichiarazioni dei leader
Il presidente Trump twitta che “va tutto bene”, ricordando che gli Usa hanno “l’esercito meglio equipaggiato al mondo, e di gran lunga” e che farà una dichiarazione alla Nazione a breve.
Dall’altra parte del mondo, il leader supremo Ayatollah Khamenei spiega che
“Azioni militari di questo tipo non sono abbastanza. È importante che la presenza corrotta degli Stati Uniti giunga al termine”
Sono più pacati invece i toni del suo ministro degli esteri:
“Ci difenderemo contro ogni attacco, ma non vogliamo una guerra”.
Strane coincidenze
A rendere la situazione ancora più incerta e drammatica sono due notizie.
La prima riguarda un terremoto di magnitudo 4.9 che ha colpito mercoledì un territorio iraniano in cui è presente un impianto nucleare, di cui al momento non si conosco i danni causati.
La seconda invece è quella di un disastro aereo, avvenuto nello stesso giorno del terremoto, dei lanci missilistici, e sempre in Iran. Un aereo di linea, diretto alla capitale dell’Ucraina, Kiev, si è schiantato al suolo poco dopo essere partito dall’aeroporto di Tehran, causando la morte di tutti i 176 passaggeri a bordo. I primi report farebbero intendere che sarebbe stato un problema tecnico a causare il disastro del Boeing 737, e la conferma era arrivata dalla stessa ambasciata ucraina in Iran, ma ora la situazione è diversa, visto che l’ambasciata ha ritirato le dichiarazioni precedenti, spiegando che non è chiaro cosa abbia causato l’incidente.
Nella giornata di ieri invece almeno 50 persone hanno perso la vita a Kerman, schiacciate dalla folla durante i funerali di Soleimani nella sua città natale.
La risposta dei mercati
Le notizie creano incertezza nei mercati, con i principali indici asiatici in calo e i beni rifugio in salita.
L’indice Giapponese Nikkei 225 è sceso dell’1.3%, mentre l’Hang Seng di Hong Kong dello 0.8%.
Il Brent Crude (benchmark sul petrolio) sale invece dell’1.4%, e l’oro ha toccato il picco dei 1600 $.
La Boeing dovrà invece fare i conti con un altro disastro aereo, a pochi giorni di distanza dal licenziamento del proprio CEO. Bisogna ancora aspettare però per capire se effettivamente si sia trattato di un vero incidente.