Il 12 novembre 2019 Venezia ha vissuto la peggiore inondazione dal 1966, quando l’acqua raggiunse i 194 cm dal livello medio del mare e causò tre morti. Quest’ultima passò alla Storia con il nome di Aqua Granda e la più recente ha poco da invidiarle, con 187 cm e due decessi. Come in passato sono stati danneggiati, in modo forse anche più grave, numerosi monumenti storici della Città veneta.
L’acqua ha causato gravi danni all’interno della Basilica di San Marco, più famoso monumento della città. Inoltre, un corto circuito ha causato un incendio che ha devastato il Museo di Ca’Pesaro, antico palazzo costruito nel 1710 e sede della Galleria internazionale di arte moderna e del Museo d’arte orientale.
I danni causati dalla marea sono stimati in centinaia di milioni di euro, fra infrastutture danneggiate ed opere d’arte distrutte. Il giorno successivo all’inizio della calamità il livello dell’acqua è ancora a 160 cm dal livello del mare.
Il MO.S.E.
A Venezia, dal 2003, sono stati spesi circa 7 miliardi di euro per la costruzione di un avanzato sistema di paratie anti-inondazioni. Questo progetto, che cominciò a prendere forma già negli anni ’80, è noto come MOdulo Sperimentale Elettromeccanico, abbreviato MO.S.E.
L’impianto sarebbe dovuto, secondo le previsioni, essere pronto nel 2016 ma, a causa di un massiccio fenomeno di corruzione, che emerse nel 2014, i lavori sono andati avanti a rilento. Lo scandalo del MO.S.E. portò all’arresto di 35 persone, fra cui personaggi politici di rilievo.
Il MO.S.E. è pensato per essere attivato nel caso di inondazioni superiori ai 110 cm ma non sarà ultimato prima del 2021. L’appalto per il progetto era e continua ad essere affidato al Consorzio Venezia Nuova, un organo legato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.