Le nuove e sempre più innovative tecnologie stanno rivoluzionando ogni ambito della vita di tutti. Il settore dei trasporti, nello specifico quelli aero-spaziali, è uno di quei comparti che più di tutti sta assorbendo l’impulso della rivoluzione tecnologica. Elon Musk, ad esempio, è uno dei porta bandiera dell’innovazione, che già da tempo si è prefissato l’obiettivo di “avvicinare” lo spazio alla quotidianità.
Volare da Londra a Sydney in sole quattro ore
Il progetto di uno spazioplano, ovvero un ibrido tra un aereo ed un razzo, capace di volare da Londra a Sydney in quattro ore viene dalla britannica Reaction Engine Limited (REL).
Il 2019 è l’anno designato per i test finanziati in parte dalla European Space Agency (ESA), con un apporto di 10 milioni di sterline, e dalla UK Space Agency (UKSA), che ha investito la cifra più consistente con 50 milioni di sterline. Il governo britannico stesso avrebbe finanziato la Reaction Engine con almeno 60 milioni di sterline.
Skylon
Skylon è il nome dell’aeromobile senza equipaggio, in fase di sviluppo, che sarebbe in grado di decollare orizzontalmente come gli aerei di linea, magari proprio dal primo spazioporto europeo che avrà, verosimilmente, luogo nella zona di Taranto-Grottaglie in Puglia nel 2020. La velocità orbitale sarebbe intorno ai 5.5 Mach, ovvero cinque volte la velocità del suono e corrispondente a circa 6500 km/h. Il costo stimato per tale velivolo è di circa 200 milioni di sterline.
Il motore SABRE
Ma il vero protagonista del progetto, la vera innovazione è il motore alimentato ad idrogeno di cui sarà dotato, noto come Synergistic Air-Breathing Rocket Engine (SABRE). Il gas di scarico sarebbe semplice vapore acqueo rendendolo anche ecosostenibile. La Real Engine ha sviluppato uno scambiatore di calore a supporto di tale motore che rappresenterebbe la possibile svolta innovativa.
Il dispositivo (precooler) permette al motore di usare l’aria atmosferica nelle fasi iniziali di volo, prima di passare alla modalità a razzo convenzionale, sfruttando una riserva di ossigeno stivata, per la spinta finale, così da permettere allo spazioplano di percorrere in parte un volo suborbitale. A pieno regime il motore sarebbe in grado di raffreddare l’aria in ingresso ad una temperatura di 1000 gradi centigradi fino ai -150 gradi grazie ad un sistema di tubi alimentati con elio raffreddato, senza creare blocchi di ghiaccio e brina.
Un recente test svoltosi presso il Colorado Air and Space Port negli Stati Uniti ha replicato le condizioni termiche corrispondenti al volo a Mach 3.3 rappresentando, anche se non del tutto, un punto di svolta nella gestione del calore ad altissime velocità. I test dal 2019 si faranno sempre più concreti e decisivi, per poter permettere allo Skylon di poter decollare entro il 2025.