A quanto ammonta il Bonus Fiscale che il governo sta pensando di introdurre per i pagamenti digitali?
Il governo Italiano sta valutando scrupolosamente l’idea di introdurre un credito d’imposta al 30% per i commercianti.
Si tratta di un’operazione necessaria a tagliare i costi a carico dei negozianti sui pagamenti con carte e bancomat, finalizzata ad incentivare e facilitare la lotta al contante, tra le premesse principali di questo governo.
Quando, dal primo luglio 2020, partiranno le misure per incentivare i pagamenti elettronici, quindi, lo Stato aiuterà i commercianti ad affrontare i costi delle spese effettuate con carte e bancomat. Si tratta di un’agevolazione che non riguarderà tutti i negozi, ma solamente quelli con ricavi inferiori ai 400mila euro l’anno.
Il costo per lo Stato sarà di 27 milioni di euro per il primo anno, che raddoppieranno quando la misura, nel 2021, andrà a regime.
Cosa si intende con il termine “Austerity”?
In politica economica con il termine “Austerità” si intende parlare di un tipo di politica, generalmente incentrata su azioni come aumenti delle tasse o tagli alla spesa pubblica, finalizzata alla riduzione del deficit di bilancio.
Tali misure di austerità sono considerate politicamente impopolari e quindi, qualora possibile, i governi tendono a fare affidamento su altri mezzi.
Non sempre però è possibile, come nello scorso decennio, quando in Europa Paesi come la Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda ed Italia, i famosi Paesi PIGS, si sono visti “obbligati” a seguire tali strategie politiche, con molti economisti che hanno aspramente criticato questa linea sostenendo che, in un momento di deficit, le stesse non facciano altro che aggravare le recessioni.
Come esempi chiari si può citare le situazioni avvenute in Paesi come Argentina e Turchia che, a causa dei pacchetti di austerità e delle loro conseguenze economicamente dannose, hanno visto le dimissioni di molti funzionari governativi di alto livello.
Cosa si intende con il tasso “Euribor”?
L’Euribor è il tasso interbancario di riferimento comunicato giornalmente dalla European Money Markets Institute (EMMI, in precedenza nota come European Banking Federation, EBF) come media dei tassi d’interesse ai quali le più affidabili banche attive nel mercato monetario dell’euro, sia nell’eurozona che nel resto del mondo, offrono depositi interbancari a termine in euro ad altre primarie banche. La sua nascita è coincisa con quella dell’euro (4 gennaio 1999), ed è andata a sostituire i diversi tassi di mercato monetario utilizzati nei singoli Paesi (in Italia era usato il Ribor – Roma Interbank Offered rate).
Il gruppo conta 19 banche attive nel mercato monetario dell’euro, sia nella zona euro che altrove.
Le banche italiane presenti nel panel sono due: Intesa Sanpaolo e Unicredit.
Nei rapporti tra controparti non bancarie sono la base per la determinazione di tassi variabili che – con l’aggiunta di uno spread funzione dell’affidabilità del debitore e della tipologie di rapporto creditizio – consentono di stipulare contratti anche a lungo termine assicurando le controparti che il tasso seguirà le variazioni che si susseguiranno nel tempo.