I tornei professionisti di videogiochi hanno acquisito grande popolarità ed importanza da qualche anno ormai, ma non si era mai visto nulla di simile: un torneo con un montepremi da grande torneo sportivo e un primo premio in denaro superiore a quello di Wimbledon. Questo perché, ormai, accanto agli sport tradizionali hanno trovato spazio gli e-sports, vere e proprie competizioni su videogiochi.
Anche Fortnite, uno dei videogiochi più popolari dal 2017 ad oggi, ha appena terminato la sua prima World Cup. Il montepremi complessivo della competizione era di 30 milioni di dollari, distribuiti a seconda del piazzamento; mentre il primo classificato ha vinto 3 milioni di dollari.
La cosa più straordinaria di questo torneo è che molti dei partecipanti erano minorenni (l’età minima per partecipare era di 13 anni), ed è stato appunto un sedicenne, Kyle Giersdorf, nome online “Bugha”, a trionfare e portare a casa il maxi-premio. Ma non è stato l’unico fortunato: per la categoria duo, il quindicenne Jaden “Wolfiez” Ashman dovrà dividere 2,25 milioni di dollari con l’olandese Dave “Rojo” Jong grazie al loro piazzamento al secondo posto.
Questo torneo fa pensare alla potenza e rilevanza che i videogiochi piano piano stanno assumendo nel panorama sportivo, in grado di rendere ricchissimo in appena tre mesi (tra qualificazioni e torneo) un ragazzo di 16 anni. Notevole anche il caso di Thiago Lapp, tredicenne piazzatosi al quinto posto, il quale ha ricevuto come premio 900 mila dollari.
Il montepremi di 30 milioni ad oggi è il più alto nella storia dei tornei di e-sports, ma con certezza sarà superato dal The International di Dota2, che al momento ammonta già a 30,9 milioni, cifra destinata a raggiungere i 35 milioni per l’inizio del torneo. Un montepremi giustificato o troppa speculazione? Sicuramente le possibilità di rendere una passione un vero e proprio lavoro, ad oggi, sono altissime.