I Forward sono la prima forma di contratto derivato apparsa negli scambi tra trader. Un forward determina prezzo e quantità di uno scambio futuro tra due agenti.
Cos’è il To-Arrive Contract
Una delle prime forme di contratto derivato è stata creata a Chicago nel Board of Trade, il mercato in cui si contrattava il grano nella seconda metà dell’800. Il contratto si chiamava “to-arrive contract” e permetteva ai commercianti di comprare il grano agli agricoltori prima ancora che arrivasse a Chicago.
Nel “to-arrive contract”, una volta definiti il prezzo e la quantità, essi diventavano vincolanti da subito anche per lo scambio futuro. Il denaro veniva regolarmente consegnato in cambio della merce, ma solo a data futura. Un contratto molto simile si è andato a definire nel tempo.
Cosa sono i Forward
Il contratto “a termine” o Forward è uno strumento finanziario derivato che permette alle controparti di stabilire oggi le condizioni per uno scambio di merci o asset finanziari che avverrà in futuro. La particolarità del Forward è che viene stipulato Over-The-Counter, ossia in mercati non regolamentati tra due soggetti che si mettono d’accordo scrivendo un contratto ad hoc, specifico per le loro esigenze.
Chi entra nel contratto forward per comprare una merce o un asset si dice che sta assumendo una “posizione lunga”, mentre chi venderà si troverà ad assumere una “posizione corta”.
Spesso i Forward sono usati per coprirsi dal rischio di cambio, cioè dalla possibilità che nel prossimo futuro i tassi di cambio si muovano a sfavore dell’operatore.
Esempio di forward
Si pensi alla Società americana SmarTech che lavora nel settore della tecnologia e che produce smartphone di ultima generazione negli Stati Uniti. Per un accordo con i distributori europei dei suoi prodotti, la SmarTech viene pagata 1 milione di Euro dopo sei mesi, in modo da dare tempo ai distributori di vendere parte degli smartphone. Così i distributori hanno il tempo di racimolare abbastanza ricavi per coprire il costo degli smartphone SmarTech, senza doversi indebitare troppo.
Il tesoriere della SmarTech si aspetta quindi il pagamento in Euro tra sei mesi. Oggi 1€ vale 1,2$, ma la SmarTech è preoccupata che in futuro l’euro si possa deprezzare e che 1€ tra sei mesi valga soltanto 1,1$. Oggi la SmarTech riceverebbe 1’200’000$, mentre tra sei mesi, se la sua previsione dovesse essere corretta, riceverebbe soltanto 1’100’000$, perdendo 100’000$ a causa del solo tasso di cambio.
Per risolvere questo problema, la SmarTech si rivolge ad una Banca d’Investimento per entrare in un contratto Forward a sei mesi che abbia come sottostante il dollaro. SmarTech assumerà una posizione lunga perché si impegna a comprare i dollari, mentre la Banca una posizione corta perché si impegna a venderli. Quest’ultima si presta all’operazione, ma ad un tasso di cambio leggermente inferiore: 1€ per 1,199$. Quindi, SmarTech si impegna ad usare 1 milione di euro per comprare 1’199’000$ dalla Banca tra sei mesi, viceversa la Banca si impegna a vendere 1’199’000$ a SmarTech.
In questo modo, oggi SmarTech è sicura di quanti dollari riceverà tra sei mesi alla fine delle operazioni, ossia dopo il pagamento dei distributori europei e all’avvenuto scambio con la Banca. In finale, SmarTech riceverà 1’199’000$, molto di più rispetto alla sua precedente previsione: SmarTech si è coperta contro il rischio di cambio.
E’ importante notare due dettagli: entrambi i soggetti sono vincolati a portare a termine lo scambio e che il rischio di cambio si è spostato da SmarTech alla Banca. La Banca, a questo punto, sarà esposta al rischio di cambio e dovrà trovare qualcun altro con cui fare una o più operazioni inverse per compensare la sua posizione corta sul dollaro, usando un tasso leggermente superiore, in modo da percepire un guadagno.