Il 22 novembre 2019 il multimiliardario Jeff Bezos ha citato in giudizio il Pentagono dopo la decisione del Dipartimento della Difesa americano di aggiudicare l’affare JEDI a Microsoft. JEDI, acronimo di Joint Enterprise Defense Infrastructure, si riferisce ad un appalto, della durata di 10 anni e del valore di ben 10 miliardi di dollari, per la fornitura di servizi in Cloud al Pentagono. Fra questi, lo storage di dati e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la gestione di situazioni critiche.
Un appalto per cui Amazon era perfetta
Amazon, grazie ad Amazon Web Services, era considerata la favorita. Infatti, era l’unica compagnia, tra quelle in gara (Microsoft, IBM ed Oracle), in grado di fornire subito il livello di sicurezza delle informazioni richiesto dal Pentagono. Inoltre, aveva già ottenuto un appalto da 600 milioni dalla CIA. Tuttavia, il CEO di Amazon e proprietario del Washington Post, Jeff Bezos non aveva ancora fatto i conti con Donald Trump.
Gli attriti fa Trump e Bezos
Il Washington Post di Bezos è stato uno dei giornali che più ha investigato su Trump candidato e Trump presidente. In risposta, il Presidente degli Stati Uniti ha cominciato ad attaccare il gigante dell’e-commerce nei suoi tweets giornalieri, accusandolo, fra le varie cose, di non pagare il giusto ammontare di tasse. Ecco che, in questo clima di tensione, si è svolto l’affare JEDI. Non sorprende quindi l’accusa mossa da Bezos nei confronti di Trump di aver interferito nella regolare assegnazione dell’appalto. A sostegno di ciò, ci sarebbero anche delle voci riguardanti un ordine di Trump all’ex ministro della Difesa James Mattis di escludere Amazon dalla gara.
La mancata assegnazione dell’appalto di JEDI rappresenta un duro colpo per la società di Jeff Bezos, con Microsoft che dimostra di essere giunta a competere al suo stesso livello sul Cloud Computing, da sempre considerato un punto di forza dell’azienda di Seattle.