Presentato a Roma, a pochi metri da San Pietro, il documento Rome Call for AI Ethics per lo sviluppo di RenAIssance, ovvero un’intelligenza artificiale che tiene conto di principi etici e morali. Il manifesto è stato molto voluto da Papa Francesco, che si è detto interessato allo sviluppo di nuove tecnologie. Questo in particolare per via dell’enorme potenziale educativo che queste hanno nei confronti dei giovani e del loro ruolo nel risolvere (o aggravare ulteriormente) disuguaglianze già esistenti a livello mondiale.
I principi
Il Rome Call for AI Ethics si basa su tre elementi base: etica, educazione e diritto. L’idea è di integrare gli algoritmi esistenti con principi etici preimpostati. Il focus è innanzitutto sulla trasparenza delle decisioni prese dai software. Sempre di più, infatti, la vita quotidiana di ognuno è influenzata dagli algoritmi, a partire dall’ordine di visualizzazione dei siti su Google fino ai banner pubblicitari. La carta richiede che questi processi siano resi più trasparenti e comprensibili ai più. Fra gli altri principi, vi sono: Inclusione, Responsabilità, Imparzialità, Affidabilità, Sicurezza e Privacy.
I firmatari
Il progetto d’Intelligenza Artificiale del Vaticano è stato messo a punto dalla Pontificia Accademia per la Vita. Fra i primi firmatari dell’accordo vi sono John Kelly III (vicepresidente IBM), Brad Smith (presidente Microsoft), David Sassoli (presidente Parlamento europeo) e Dongyu Qu (direttore generale della Fao). Tuttavia, la carta punta alla partecipazione di istituzioni pubbliche, ONG, industrie e gruppi, anche se Reuters riporta che non è ancora chiaro se altri big tech decideranno di aggregarsi in futuro.
Il documento sarebbe dovuto passare al vaglio di Papa Francesco, ma l’incontro è stato annullato per problemi di salute da parte del pontefice.
In un momento storico in cui aziende come Sanctuary AI (Vancouver, Canada) stanno lavorando alla creazione di robot capaci di pensare ed agire come esseri umani, è di fondamentale importanza la stesura di linee guida che indirizzino lo sviluppo delle nuove tecnologie. Secondo il vicepresidente di IBM, John Kelly III, infatti
<<L’intelligenza artificiale è una tecnologia incredibilmente promettente che può aiutarci a rendere il mondo più smart, più sano e più prospero. A patto che, fin dall’inizio, sia sviluppata secondo interessi e valori umani>>