Il prezzo di una scatola di sigari cubani di alta qualità, con il bollino DOP Habanos, in Italia di rado supera i 200 euro. Negli Stati Uniti, invece, dove la vendita di tali prodotti è illegale dall’embargo contro Cuba del 1962, gli appassionati sono disposti a pagare una confezione anche migliaia di dollari. Questo nonostante il fatto che, denunciano da decenni gli esperti, quasi tutti i sigari venduti come cubani negli Stati Uniti sono contraffatti. Gli USA sono il Paese dove vengono consumati più sigari al mondo e, allo stesso tempo, sono l’unico Stato a vietarne l’importazione da Cuba.
Lo status del sigaro cubano
I migliori sigari del mondo sono nati a Cuba. La tecnica utilizzata nell’isola dei Caraibi è rimasta la stessa per più di 200 anni, dopo aver passato secoli precedenti ad affinarla. Dai primi decenni del 2000 tuttavia, secondo gli esperti di tabacco pregiato, esistono altri sigari allo stesso livello, prodotti in Nicaragua e nella Repubblica Dominicana. Questi, tuttavia, sono equivalenti ma non originali per quanto riguarda le modalità di produzione. Infatti, le tecniche per la coltivazione e lavorazione del tabacco sono le stesse di Cuba, come anche le varietà utilizzate. Non è un caso, poi, che Nicaragua e Repubblica Dominicana si trovino nelle vicinanze della patria dei sigari, potendo quindi contare su caratteristiche climatiche simili.
Nonostante la qualità di altri sigari del centro America sia analoga, nel 2020, la domanda resta molto più forte per i cubani. Alla base c’è la costruzione di un vero e proprio status. Agli occhi della maggioranza, infatti, sapere che un sigaro è cubano fa sempre molto più effetto che sapere che viene dal Nicaragua. Inoltre, l’embargo degli Stati Uniti contro l’isola dopo la rivoluzione di Fidel Castro ha aumentato a dismisura il fascino di tale prodotto.
L’embargo
Si racconta che il Presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, prima di applicare l’embargo contro Cuba, nel ’62, comprò più di mille sigari cubani Habanos. Proprio l’embargo avrà un ruolo chiave nella quasi mistificazione del prodotto. Il tabacco dell’isola caraibica era già noto per essere il migliore al mondo ma la proibizione lo rese quasi una leggenda agli occhi degli statunitensi. Tale sentimento, poi, sarà trasmesso anche in altri Paesi nel mondo, soprattutto in Occidente, a causa della forte influenza culturale degli USA.
Da una parte, quindi, l’embargo rese ancora più noti i sigari cubani nel mondo e, se non ci fosse stato, è probabile che oggi la domanda globale sarebbe molto più bassa. Tuttavia, questo non risparmiò allo Stato dei Caraibi una grave crisi economica a seguito dell’embargo. Cuba, infatti, aveva un mercato dipendente quasi del tutto dagli Sati Uniti ed il blocco commerciale rappresentò un colpo abbastanza forte da paralizzare per decenni l’economia del Paese.
Habanos
Habanos, ente governativo di Cuba, può essere definito come il consorzio dei sigari dell’isola. Il suo bollo è riconosciuto a livello internazionale come una Denominazione di Origine Protetta (DOP). Questo si occupa di verificare, attraverso controlli scrupolosi, che i sigari delle aziende che fanno domanda siano davvero prodotti secondo il metodo tradizionale. Non tutti i cubani ricevono il marchio Habanos, che è l’unico a certificare la reale qualità del prodotto. A Cuba, infatti, si producono anche sigari di livello medio o scadente, sebbene siano lo stesso commercializzabili con facilità grazie alla loro provenienza.
Il metodo tradizionale
Dal momento della semina, il tempo minimo per ottenere il prodotto finale, secondo il metodo tradizionale cubano, è un anno. Tuttavia, un sigaro diventa sempre più pregiato se fatto stagionare nelle giuste condizioni. Ogni passaggio sia della coltivazione che della lavorazione, deve essere compiuto a mano, senza il supporto di macchinari. Ci sono più di 500 azioni diverse, ognuna con un metodo ben definito, che devono essere compiute nella cura della pianta, prima, e delle foglie, poi, affinché il sigaro sia classificabile come un Habanos.