Dopo le deludenti prestazioni di giugno, l’Istat ha rilevato nel mese di luglio un innalzamento della produzione che sembra, in questo modo, avere invertito la propria tendenza. Tale crescita é stata determinata da un aumento della fiducia nei consumatori, fattore che ha consentito a molte industrie di risollevarsi, fatta eccezione per quella manifatturiera.
A causa delle tensioni tra USA e Cina, il livello dell’export é rimasto molto basso nei mesi tra aprile e giugno, l’Istat aveva registrato come il Pil italiano avesse “variazione congiunturale nulla” a manifestazione di una immobilità nella crescita dell’industria. Tuttavia grazie al tasso decrescente di disoccupazione la fiducia nei consumatori è cresciuta influenzando positivamente il mercato.
L’unico settore che non ha risentito di tale spinta positiva è il manifatturiero che, al contrario, ha visto peggiorati i giudizi sul livello degli ordini e migliorati quelli sulle attese sulla produzione, con una conseguente diminuzione del saldo relativo alle scorte di prodotti finiti. I motivi di questo sono legati non solo ai costi elevati ed alla percezione del consumatore del prodotto (quindi se sia utile o meno) ma anche alla sovrastante competizione di aziende straniere che prediligono l’uso di materiali meno costosi e vendono, di conseguenza, ad un prezzo ribassato in confronto alla manifatturiera italiana.