All’apertura del Consumer Electronic Show (CES) a Las Vegas, Uber e Hyundai hanno annunciato la recente partnership per la produzione di taxi volanti, con l’intento di decongestionare il traffico delle grandi città trasferendolo nei cieli. Uber ha inoltre precisato di non voler diventare una casa di produzione di velivoli aerei, ma di voler solo consolidare la sua posizione come piattaforma di riferimento per lo spostamento urbano. Le prime città ad essere fornite saranno Dallas e Los Angeles, seguite poco dopo da New York. Secondo Morgan Stanley, il mercato dei taxi aerei potrebbe valere fino a $1.5 trilioni l’anno entro il 2040, di cui $851 miliardi dati proprio dal trasporto passeggeri.
Il prototipo S-A1
Il prototipo, a parte qualche elica in più, è praticamente identico al modello presentato da Uber stessa nel 2017. Presenta due rotori in coda e dieci sulle ali, tutti con inclinazione variabile, garantendone così il decollo e atterraggio verticale (eVTOL) e una velocità di crociera di 290 km/h a 300-600 metri dal suolo. La ricarica ad alta potenza richiederà un tempo minimo di soli 5-7 minuti e garantirà un’autonomia di circa 100 km. Consentirà il trasporto di 4 persone più il pilota, anche se Hyundai ha annunciato di star lavorando per rendere il velivolo a conduzione autonoma. Tuttavia, dati i problemi ancora esistenti su questo fronte per le auto senza conducente, è prevedibile che occorrerà aspettare ancora qualche anno per assistere alla completa eliminazione del conducente fisico. Uber e Hyundai hanno inoltre assicurato che il servizio sarà a basso costo, garantendo così dei “voli democratici” accessibili a tutti. La produzione ad uso commerciale dovrebbe cominciare a partire dal 2023, ma già da quest’anno verranno effettuati i primi test di volo.
L’Hub
L’idea è di costruire in giro per la città dei piccoli hub con una piattaforma di atterraggio sul tetto. Al piano terra dell’hub i passeggeri troveranno poi ad attenderli dei mini-bus squadrati a guida autonoma (4-6 metri), chiamati Purpose Built Vehicle (PBV), grazie ai quali potranno proseguire i loro spostamenti più brevi.
Le sfide
La garanzia di un servizio efficiente richiederà in futuro la costruzione di un numero di hub tale da garantire tempi di attesa accettabili e coprire le principali aree della città. Tuttavia, in un contesto urbano sempre più densamente popolato, la mole di investimenti richiesta potrebbe esser tale da costringere ad un innalzamento del prezzo medio per corsa. Hyundai ha già annunciato di voler investire $1.5 miliardi entro il 2025, ma guardando al bilancio, l’azienda non sembra in grado di poter affrontare il progetto senza ricorrere a finanziamenti esterni.
Una flotta di taxi volanti contribuirà inoltre ad un aumento dell’inquinamento acustico. Hyundai ha assicurato che le eliche del suo prototipo S-A1 produrranno un rumore inferiore a quello di un elicottero, senza specificare però di quanto.
Infine, la regolamentazione per il traffico aereo di questi velivoli è ancora da definire precisamente, con problemi in particolare riguardo alla loro omologazione e al rischio di congestionare i cieli così come le strade.
Di conseguenza, secondo gli esperti, i tempi indicati da Uber e Hyundai per l’inizio delle operazioni (2023) sono troppo ottimisti. Realisticamente, il servizio diverrà invece operativo entro i prossimi 7-8 anni.